martedì 26 giugno 2012

Il sepolcro imbiancato dell'Asinistra di Limbiate





In uno stato moderno il potere reale, che non si esercita né nei discorsi parlamentari né nelle enunciazioni dei sovrani, ma nell’uso quotidiano dell’amministrazione, è necessariamente e inevitabilmente nelle mani della burocrazia. [1]

Per quanto questi signori possano essere capaci e perspicaci, diventano pur sempre deboli nello scontro quotidiano d’interessi (…) Solo una comunità (Gemeinwesen) che è libera dagli interessi di un padrone può praticare alla lunga una «politica sociale». [2]




Il grido doloroso è stato lanciato dal sito web dell’Asinistra il 20 di questo mese, poi nei giorni seguenti è stato propalato (e mistificato: “la Sinistra insorge”!) da altri siti e dai giornali locali: mentre noi cittadini eravamo in fila per pagare l’IMU, “la casta” dei dirigenti si concedeva un premio incentivante di 54 mila euro, da spartirsi in quattro! Scandalo! Anatema!
Per raggiungere il suo obiettivo, l’autore dello scrittarello (individuarlo è facile: ha fatto il sindaco per tre volte) non poteva inventarsi una strada più facile. Chi non reagirebbe con un: “Cooosa? Mentre una larga parte delle famiglie limbiatesi già all’inizio della terza settimana non sa più come arrivare alla fine del mese, ma intanto è costretta a pagare l’IMU, ci sono dei funzionari che solo come premio incentivante si attribuiscono, ciascuno, cifre che quasi corrispondono al salario di un anno intero di un operaio?!” Gli zebedei cominciano a girare. L’IMU per le famiglie, i premi enormi per chi già guadagna tanto… Cosa ci vuole di più, per suscitare indignazione?
 Solo che, prima ancora di cercare di approfondire la notizia, c’è già qualcos’altro che rallenta la velocità degli zebedei e anzi comincia a farli girare in un altro senso. L’autore dice: “Non è certamente il momento per fare cose di questo genere”!... Perché, in un altro momento cose di questo genere si potrebbero fare?
Cominciamo a sentire un lezzo di putridume, ma mettiamoci una mascherina e cerchiamo di approfondire. Gli atti autorizzativi di queste laute prebende non sono affatto le determine, riportate sul sito dell’Asinistra, firmate da una funzionaria; gli atti autorizzativi sono invece le seguenti delibere della Giunta Comunale:

- n. 206 del 18/10/2011, “Nomina organismo indipendente di valutazione monocratico” [OIV];
- n. 222 del 09/11/2011, “Approvazione del piano delle performance - anno 2011 - d.lgs. n. 150/2009”;
- n. 235 del 23/11/2011, “Personale dirigente - fondo per la retribuzione di posizione e di risultato anno 2011 e rettifica anno 2010”;
- n. 236 del 23/11/2011, “Personale non dirigente - indirizzi e direttive per la costituzione del fondo risorse decentrate per l’anno 2011”.

Tutte queste delibere sono state approvate all’unanimità. L’assessore dell’Asinistra, Paride Tatti, è stato sempre presente. Vale a dire che anche a lui spetta interamente la responsabilità di aver autorizzato le procedure che si sono concluse il 13-6-2012 con la determina n. 33, per la liquidazione del premio di produttività ai dipendenti e della retribuzione di risultato ai titolari di posizione organizzativa; con la determina n. 34, per la liquidazione della retribuzione di risultato ai dirigenti; con la determina n. 35, per la liquidazione della retribuzione di risultato alla segretaria comunale. Quindi, anche l’assessore Tatti, dell’Asinistra, ha approvato l’ avvio e la prosecuzione di procedure che hanno portato alle liquidazioni per le quali anche lui oggi finge di menare scandalo: sul “Giornale di Desio” dichiara che “in un momento come questo dove il lavoro è in crisi, non era proprio il caso di andare a incrementare il premio dei dirigenti, ma è stata una scelta valutata sul piano delle performance” (sic) (!!!).
Si ha l’impressione che costui non domini pienamente le sue facoltà mentali: prima decide di avviare e di concludere, senza opporvisi minimamente, le procedure che hanno portato “a incrementare il premio dei dirigenti”, ma poi si indigna… delle sue stesse decisioni! Tuttavia si rende conto che deve giustificare in qualche modo la porcheria alla quale ha partecipato serenamente e, con fare tecnocratico, butta là: “ma è stata una scelta valutata sul piano delle performance” (sic), volendo significare che delle “performances” dirigenziali effettivamente vi sono state, e non potevano che essere valutate positivamente!
Ma di quali performances blatera costui? Delle seguenti?

1) La mancata costituzione di parte civile del Comune di Limbiate nei processi contro la ‘Ndrangheta che, prendendo per buone le scuse diffuse un anno fa, era da ascriversi all’inesperienza: vale a dire che né l’allora segretario, né l’avvocato Micaela, né il comandante della Polizia Locale (laureato in giurisprudenza) hanno fatto in modo di informare il sindaco sui termini e le modalità (facilissime) per la costituzione.

2) L’omissione delle denunce delle truffe ai danni della cassa pubblica contenute nei vari P.I.I. varati dalla giunta di centro-destra e passati per le mani di diversi funzionari del Settore tecnico e dell’Ufficio legale (nonché del segretario comunale). A proposito di queste truffe, il comandante della P.L., che è ufficiale di polizia giudiziaria, non ha mai fatto un’indagine, nonostante io continui ormai da anni a parlarne in questo blog.

3) L’omessa denuncia della tentata truffa degli OO.UU. del P.L. Hi-tech/Euronics, passato per le mani di diversi funzionari del Settore tecnico e dell’Ufficio legale (nonché del segretario comunale), della quale io ho più volte parlato, che avrebbe dovuto interessare particolarmente il comandante della polizia locale, visto che si trattava di scomputare gli oneri per la demolizione e la ricostruzione di una strada non appartenente al demanio comunale. Nello scomputo di oltre 800.000 € erano inclusi anche 258.000 € per demolizioni di capannoni di proprietà di Hi-tech!

4)  Le mancate riscossioni di OO.UU., anche relativi a provvedimenti di sanatoria, delle quali è responsabile non solo il ragioniere comunale, ma anche il dirigente del Settore tecnico.

5) L’emissione del provvedimento per impedire il montaggio di un impianto pirolitico, la cui autorizzazione in nessun modo competeva al Comune. Questo provvedimento è stato giudicato totalmente illegittimo e del tutto ingiustificato dal T.A.R. e quindi annullato, ma è costato alla cassa pubblica 7.500 €. Responsabili di tutta questa vicenda sono: la segretaria comunale; la responsabile dell’Ufficio legale; il dirigente del settore tecnico; la responsabile dell’Ufficio ambiente; il comandante della polizia locale, assunto con il requisito discriminante di aver frequentato, a nostre spese, un master in diritto ambientale!

6) La mancata riscossione di milioni di residui attivi, poi cancellati per intervento della Corte dei Conti. (Non si sa quali residui, precisamente, sono stati cancellati, né con quali motivazioni, poiché il rendiconto della gestione dei residui non è stato pubblicato). I responsabili di queste perdite di milioni di euro sono, oltre al ragioniere comunale, anche vari altri dirigenti.

7) La vicenda, che mi ha riguardato personalmente, di un verbale di Consiglio Comunale prima negatomi e poi concessomi, ma quando ormai era imminente l’udienza avanti il TAR, al quale avevo fatto ricorso. Il TAR ha comunque condannato il Comune a rifondermi le spese che avevo sostenuto, e quindi la vicenda è costata al Comune, considerando anche le spese per il suo legale, circa 4.500 €. Di questa vicenda sono responsabili la segretaria comunale e la responsabile dell’Ufficio legale.

8) La sottoscrizione e il mantenimento degli “strumenti di finanza derivata” (SWAP), che hanno già causato al Comune perdite per più di 50.000 € e un costo di estinzione di circa 200.000 €. I contratti, come ha rilevato la Corte dei Conti, sono stati sottoscritti dal ragioniere comunale senza che ne avesse titolo.

9) L’omesso invio al TAR di una memoria chiarificatrice sul contenuto dei verbali elettorali, che era ancora possibile dopo la seconda notifica del procedimento avviato dai ricorsi di Bova e Carrara. Questo atto, che sarebbe stato comunque esaminato dai giudici, avrebbe impedito al tribunale di commettere l’errore clamoroso che ha commesso proclamando eletto Bova. Di ciò sono responsabili gli ultimi due segretari comunali e la responsabile dell’Ufficio legale, che è anche la dirigente responsabile dell’Ufficio elettorale del Comune.

9) La mancata notifica della sentenza sul ricorso di cui al punto precedente, e l’omissione della sua pubblicazione all’albo pretorio (l’una e l’altra erano da fare obbligatoriamente entro termini perentori). La pubblicazione della sentenza è avvenuta con venti giorni di ritardo e solo dopo che io, chiedendo copia del certificato di pubblicazione, ho costretto la segretaria a rispettare la legge.

10) Il raggiro del Consiglio Comunale che, dopo un avvilente traccheggiare della segretaria comunale durato due mesi, è stato convinto da costei che “doveva eseguire” la sentenza del TAR sul caso Bova convalidandone obbligatoriamente l’elezione. Invece il TAR aveva solo ordinato di correggere, in un modo tuttavia errato, il verbale dell’Ufficio elettorale per le elezioni del 2011. Restava al Consiglio Comunale la prerogativa di convalidare o non convalidare l’elezione di Bova. Tutti, e prima di chiunque altro la segretaria comunale, sanno che Bova non ha ottenuto i voti per essere eletto e prima o poi sarà escluso dal Consiglio Comunale per ordine del Consiglio di Stato. Il Comune si troverà con un bel po’ di delibere, compresa quella sul Bilancio previsionale, che non saranno più valide perché sono state votate da un Consiglio costituito illegittimamente.

Ecc. ecc.

L’Asinistra (l’assessore Tatti, il consigliere grant, gross, pussé ciula che baloss Fossati, il loro mentore Terragni) che cosa ha fatto prima, affinché la Giunta Comunale esprimesse sulle vicende ricordate valutazioni negative da inviare all’Organismo Indipendente di Valutazione, che non avrebbe potuto non tenerne conto? Niente, perché non può mettere il becco in questioni che sono di esclusivo dominio dei suoi padroni del PD, per il quale è assolutamente vitale proprio l’alleanza (a pagamento, con i nostri soldi!) con dirigenti responsabili di fatti come quelli ricordati: per poter mandare avanti la sua politica neoliberista, che è la coerente continuazione di quella della giunta precedente, quale migliore garanzia dei dirigenti che c’erano con Romeo, più un altro paio nuovi ma della stessa risma?
Che cosa ha fatto l’Asinistra, dopo aver preso conoscenza del Verbale della riunione del Collegio dei revisori, n. 4 del 03/05/2012, con il quale, seppure in ritardo e in un modo alquanto contorto (i revisori avevano messo a verbale la delibera n. 206 già l’1/3/2012, ma stranamente allora non avevano avuto nulla da eccepire sulla sua legittimità), veniva segnalata l’illegittimità della nomina dell’OIV, nonché della cifra del suo compenso annuale? Niente. Che l’organo di indirizzo politico-amministrativo è il Consiglio e non la Giunta, è scritto da molti anni nel T.U.O.E.L. (D.lgs 267/2000), ma ad ogni modo il verbale dei revisori lo ha fatto rilevare anche all’Asinistra, presso la quale, più che altrove, ci si riempie la bocca con la “centralità del Consiglio Comunale”. Tuttavia, neppure dopo aver appreso che è il Consiglio, e non la Giunta, che deve nominare l’OIV, e che questo deve riferire sulle sue attività direttamente all'organo di indirizzo politico-amministrativo, cioè al Consiglio stesso, l’Asinistra non ha fatto niente affinché il presidente da avanspettacolo non si limitasse a “trasmettere” il verbale, ma mettesse all’ordine del giorno l’approvazione di un atto di indirizzo su tutta la questione.
L’Asinistra non ha fatto niente, perché il suo unico, vero obiettivo, al quale subordina tutto, è quello di restare nella Giunta e nella maggioranza: senza questa collocazione, l’Asinistra, minuscolo rassemblement elettorale in costante perdita di consensi, non saprebbe cosa fare, né ha intenzione, in realtà, di fare qualcosa. E si guarderà, ovviamente, dal far seguire i fatti alle parole. L’Asinistra non ha fatto niente, infine, perché la critica della burocrazia è una modalità di azione politica che è rivoluzionaria quant’altre mai, e quindi non fa parte del peraltro striminzito armamentario politico-ideologico dell’Asinistra; né può, ovviamente, essere acquisita in quattro e quattr’otto.
L’Asinistra (o meglio: l’”indignatissimo”, ai tavolini dei bar,  Terragni) ha fatto stampare al “Giornale di Desio questa vibrata implorazione: “Ci sarà qualche consigliere di maggioranza che alzerà la mano insieme a noi, per dire che non ci sta e per dire che, al di là di tutto, questo non è certamente il momento per fare cose di questo genere?”, ma accompagnandola con la precisazione che “con ciò non si vuole presupporre nulla su nostre azioni sul bilancio”. Si accontenterà della solita “doverosa riflessione politica”. Sono auspicati alcuni ponzamenti “politici”, ma non ci sarà nessuna alzata di mano nell’aula del Consiglio comunale, né altrove. Nessuno dirà “che non ci sta”, perché sono parole pericolosissime, dicendo le quali non si sa dove si potrebbe andare a finire, magari anche nella condizione di dover far seguire alle parole degli atti coerenti con esse. L’Asinistra al massimo può arrischiarsi a dire qualcosa sul giornale, ma ovviamente continuando a manifestare tutta la sua inconsistenza politica, si veda la dichiarazione di Fossati: “Considerando come si sta predisponendo il bilancio [che in realtà è già stato predisposto in forma immutabile] avrei mantenuto il premio da parte per farlo a progetto, non so se è una strada possibile ma politicamente mi sembrava l’indirizzo più giusto da dare”.
Di fronte a dichiarazioni tanto squinternate, non si sa se ridere o piangere: il premio, formalmente è stato concesso sulla base di norme (leggi, contratto collettivo nazionale, ecc.) e dopo una procedura complessa, alla fine della quale è stato dichiarato che sono stati raggiunti gli obiettivi di un progetto dai molteplici aspetti (tutto ciò si ritrova nelle delibere citate e nei loro allegati). In tutta questa procedura, l’assessore dell’Asinistra la mano l’ha alzata sempre per approvare. Il mentore Terragni e il suo degno allievo Fossati, che pure, a differenza di noi comuni mortali, sono (o dovrebbero essere) costantemente informati di tutto ciò che avviene nel palazzo comunale, in tutti questi mesi sulla questione non hanno mai aperto bocca. E loro stessi ne rivelano la ragione (oltre al servilismo nei confronti del PD): Fossati dichiara senza alcun imbarazzo che non sa se è una strada possibile, ma ciò non gli impedisce di dire che lui avrebbe mantenuto il premio da parte per farlo a progetto!
È una demagogia molto facile, che certo può far raccattare qualche consenso. Anche Bersani, Casini, Alfano, per recuperare un po’ di consensi non mancano di dire qualcosa contro “la casta” (un termine stupido, come quasi tutti i termini giornalistici, che occulta, piuttosto che rivelare, le cause vere della separatezza della politica e della burocrazia nella società capitalistica).
Ma nessuna scialbatura può eliminare il fetore sepolcrale.





[1] Max Weber, Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania. Per la critica politica della burocrazia e del sistema dei partiti (1918), nel volume con lo stesso titolo, Einaudi, Torino 1982, p. 80.  

[2] Max Weber, Sulla burocrazia (1909), in Scritti politici, Giannotta, Catania 1970, p. 117


Nessun commento: