sabato 14 dicembre 2013

Una “metrotramvia” mai finanziata, quasi revocata, prioritaria per finta





 

La Metrotramvia Milano-Limbiate, ancora in fase di progettazione, è chiamata “metrotranvia” per ragioni propagandistiche ma non avrà mai, neanche alla lontana, le caratteristiche di una metropolitana, bensì quelle di un normale tram inter-urbano, poiché se anche fosse collocata al centro della carreggiata della vecchia “Comasina” (come sarebbe previsto dal faraonico progetto della Provincia di Milano), sarebbe comunque intralciata da tali e tanti ostacoli che non potrebbe mai essere un tram tanto veloce da potersi paragonare ad una metropolitana. Sarebbe bene smetterla, con questa fandonia, per parlare più sobriamente di tram inter-urbano.

Quest’opera non è mai stata finanziata. Propagandata come già finanziata al 60% quando ancora non era inclusa in nessun elenco/graduatoria, o programma, di linee di trasporto rapido di massa, solo con la delibera del CIPE n. 91/2011 (pubblicata nella G.U. del 15 giugno 2012 [v. Testo delibera]) è stata inclusa in una “graduatoria” che era in realtà solo l’elenco delle opere di un

“programma di interventi (…) finanziato nel limite delle risorse attualmente  disponibili (…) pari a 144,8 milioni di euro”.

La somma dei finanziamenti richiesti dagli interventi compresi nella “graduatoria”, ciascuno fino al limite massimo del 60% dei costi di attuazione (“quota massima di partecipazione statale”), era di 623.048.216,05 euro.

Che la “Metrotramvia” Milano-Limbiate fosse collocata al primo posto di questa “graduatoria” non significava affatto che aveva acquisito il diritto di essere finanziata prima delle opere che la seguivano, poiché, come già evidenziava la semplice lettura delle cifre, vi era un’enorme differenza tra la somma dei finanziamenti richiesti ed ammissibili per tutto il programma e il “limite delle risorse attualmente [6 dicembre 2011, ndr] (…) disponibili pari a 144,8 milioni di euro. È per questo motivo che, come il CIPE ha più volte ribadito nelle sue delibere,

“il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha vincolato le risorse disponibili all’intera graduatoria e non al singolo intervento”.

Vale a dire che i finanziamenti effettivamente disponibili vengono mano a mano assegnati ai progetti che sono in una fase tanto avanzata da poter essere più rapidamente messi in cantiere, senza che la “graduatoria” assegni alcuna ”precedenza” ad un progetto posto prima di un altro.

La Delibera del CIPE n. 25/2013 (pubblicata il 22 giugno 2013 [v. Testo delibera]) ha poi registrato lo stato degli interventi finanziato con la delibera n. 91/2011” comunicato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ed ha stabilito che

“le risorse disponibili, (potevano) essere destinate ad alcuni interventi", definiti “interventi finanziabili a carico delle risorse del decreto-legge n. 112/2008”, uno dei quali era la “riqualificazione tranvia extraurbana Milano-Limbiate, lotto funzionale Milano Comasina-deposito Varedo”, per un “Totale dei finanziamenti assegnabili ex delibera n. 91/2011”  di 144.800.000.

“Finanziamenti assegnabili”: a patto di soddisfare le condizioni stabilite dal Ministero dei Trasporti, condizioni che il faraonico progetto della Provincia di Milano ancora oggi non soddisfa.

Quindi, il maxiemendamento con il quale al Senato è stata approvata la Legge di stabilità 2014 non ha scippato niente alla “Metrotramvia” Milano-Limbiate. Quello dello “scippo” è un redditizio ma grossolano espediente retorico-propagandistico che consente a diversi gruppi di politicanti che si disputano l’”egemonia” del progetto (cioè il consenso elettorale che se ne può ottenere) di:

1) occultarne la natura prevalente di strumento moltiplicatore di futuri sovrapprofitti immobiliari e commerciali, più che di soluzione dei problemi di trasporto di alcune cittadine del Nord Milano e da queste verso la metropoli;

2) impedire agli utenti e ai cittadini tutti di prendere coscienza e di discutere: a) delle reali caratteristiche del progetto, non solo sotto l’aspetto delle soluzioni viabilistiche ma anche sotto l’aspetto del rapporto costi-benefici per il trasporto dei pendolari; b) del fatto che i Comuni di Limbiate, Varedo, Senago, Paderno Dugnano e Cormano dovrebbero finanziare non solo un progetto sul quale non hanno avuto finora alcun potere di decisione, ma anche un’opera della quale non diverrebbero proprietari;

3) nascondere l’inettitudine a mandare avanti celermente un progetto che, dopo quasi un decennio dal suo avvio non è ancora arrivato davvero alla fase definitiva – situazione che: a) già per le norme ministeriali sempre ribadite pone il progetto nella condizione di poter essere sopravanzato, nell’assegnazione dei finanziamenti di volta in volta disponibili, da progetti già giunti alla fase dell’apertura dei cantieri, oppure che vi possono giungere rapidamente; b) può essere sfruttata, come sta avvenendo in questi giorni, dalle iniziative di questo o quel gruppo di politicanti per scopi localistico-elettorali (a Padova si voterà nella prossima primavera, a Venezia nel 2015).

Ancora pochi giorni prima dell’approvazione del comma 51 del maxiemendamento, l’assessore provinciale De Nicola accusava EXPO 2015 di “tentativo di scippo”. Costui reiterava una “sobillazione dall’alto” appresa probabilmente ai tempi del “Boia chi molla” (moti di Reggio Calabria, 1970), ed ancora una volta aveva come passista-gregario il sub-assessore limbiatese al tram (del PD). Ma erano proprio i compagni di partito padovani del secondo (il ministro Zanonato e il relatore Santini) che, dopo un accordo stabilito con il ministro delle infrastrutture Lupi (Nuovo Centro Destra) già nel mese di settembre, facevano approvare un emendamento per revocare i fondi con i quali si potrebbe finanziare effettivamente la Milano-Limbiate, se il suo progetto fosse già allo stadio della gara d’appalto, per destinarli ad un nuovo lotto della metrotramvia di Padova, il cui progetto pare sia pronto già da anni e cantierabile nel giro di pochi mesi.

Il sub-assessore ha prima organizzato l’ennesima parata di politicanti da lui “coordinata”, e poi ha “molto lavorato” (questo ha comunicato a tutto l’orbe terracqueo) con un’apprendista cavallerizza capalbiana e deputata bollatese per stendere ben 5 emendamenti per "scongiurare l’ennesimo tentativo di distrazione di fondi (sic!) dall’opera", dei quali uno solo, peraltro identico a quello della IX Commissione Trasporti,  è stato approvato (ieri) dalla Commissione Bilancio (gli altri quattro erano logicamente incongrui e, mentre proponevano nei fatti ulteriori spese, non indicavano le obbligatorie corrispondenti coperture fra le entrate).

Il testo del comma 51, però, per iniziativa della IX Commissione Trasporti e di alcuni altri deputati del PD, è stato ulteriormente emendato a favore di un'altra metrotramvia, quella di Venezia, e quindi, se il testo che sarà portato in aula fosse approvato (*), il risultato sarebbe veramente splendido:

1) i finanziamenti con i quali, sulla base della delibera n. 25/2013 del CIPE, si potrebbe finanziare la “Metrotramvia” Milano-Limbiate, quando fossero disponibili e qualora si bandisse rapidamente la gara d’appalto, saranno comunque revocati;

2) questi finanziamenti saranno trasferiti in uno speciale "Fondo appositamente istituito nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti";

3) il fondo costituito con i finanziamenti revocati sarà finalizzato dal CIPE “con priorità per la metrotramvia di Milano-Limbiate e per quelle di Padova e di Venezia”.

Vale a dire che, in realtà, con i fondi (che non saranno nient’affatto aumentati) con i quali si sarebbe potuto finanziare la “Metrotramvia” Milano-Limbiate sarà invece finanziata prioritariamente non solo la Metrotramvia di Padova, ma anche quella di Venezia, poiché entrambe sono già in una fase progettuale che ne potrebbe consentire la messa in cantiere nel giro di pochi mesi. Quindi i finanziamenti disponibili saranno spesi tutti per le metrotramvie venete, e quando finalmente per la Milano-Limbiate si potrà bandire la gara d’appalto non sarà più disponibile nemmeno un centesimo!

Memorabile soluzione propagandistico-mistificatoria! Colossale porcata della quale possono andar fieri il PD e il sub-assessore limbiatese Ti-che-te-tarchett-i-ball, al quale la celebre definizione dell’uomo che Aristotele ha dato nella Politica si attaglia solo a metà!


* Questo il testo approvato dalla Commissione Bilancio (evidenziati in azzurrino gli emendamenti [poi approvato come c. 88 della L. 27-12-2013]):


“Comma 51. Al fine di accelerare gli interventi in aree urbane per la realizzazione di linee tramviarie e metropolitane il CIPE, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, individua, con apposita delibera, su proposta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, gli interventi da revocare ai sensi dell’articolo 32, commi da 2 a 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, nonché quelli finanziati dalla legge 26 febbraio 1992, n. 211, sul sistema metropolitano che, alla data di entrata di entrata in vigore della presente legge, non siano stati affidati con apposito bando di gara. Le risorse rivenienti dalle revoche di cui al periodo precedente confluiscono in apposita sezione del Fondo istituito ai sensi dell’articolo 32, comma 6, del citato decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, e sono finalizzate dal CIPE con priorità per la metrotramvia di Milano-Limbiate e per quelle** di Padova e di Venezia.***”

** Emendamento della IX Commissione Trasporti

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