sabato 24 aprile 2010

Pretoriani e/o collaborazionisti del sindaco Romeo?





Comunicato inviato alla stampa

La maggioranza di centro-destra che si serve del Comune di Limbiate come se fosse “cosa sua”, al momento di mettere ai voti l’approvazione del Bilancio di previsione 2010 nel Consiglio Comunale del 9 aprile u.s., non ha voluto derogare alla protervia con la quale viola norme e leggi ogniqualvolta se ne presenti l’occasione, né esimersi dal mostrare il disprezzo che sempre mostra verso il Consiglio, che convoca per chiedergli l’approvazione di provvedimenti di grande importanza (come, per esempio, i Programmi Integrati d’Intervento, i Piani di Lottizzazione, il Bilancio di previsione e quello Consuntivo), ma sistematicamente ne informa i gruppi consiliari con documentazioni, spesso incomplete, messe a disposizione con un anticipo di pochissimi giorni (a volte solo due!). Questa volta il sindaco Romeo, l’assessore al Bilancio Vicentini, il segretario Cambria e il ragioniere comunale Cogliati si sono spinti fino al punto di inserire negli allegati da far approvare con il bilancio una delibera della Giunta Comunale, ufficialmente approvata il 7 ed esposta all’albo pretorio l’8 aprile 2010, e di tentare di farla approvare senza farne esplicita menzione agli ignari consiglieri. Questa delibera, sotto l’aspetto di “correzioni delle intestazioni catastali” di alcuni terreni, conteneva in realtà una nuova approvazione (e una proroga fino al 2012) del “Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari”, già approvato con il Bilancio di previsione 2009 (con validità fino al 2011), ma ancora sulla base della norma di legge, dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, che a suo tempo ne aveva determinato il valore di variante automatica al Piano Regolatore Generale non soggetta alle “verifiche di conformità agli eventuali atti di pianificazione sovraordinata di competenza delle province e delle regioni”.

La menzione della presenza della delibera in questione fra gli allegati al Bilancio di previsione 2010 che stavano per votare, è stata fatta ai consiglieri solo dopo che alcuni di questi, della minoranza, avvisati da uno dei sottoscritti, cittadino non consigliere comunale, hanno chiesto che fosse dichiarato su quali specifici provvedimenti li si stava chiamando al voto. La maggioranza (o meglio il ragioniere comunale Cogliati) ha tentato di presentare il contenuto della delibera come una semplice correzione di alcune intestazioni catastali errate! Quasi tutti i gruppi di minoranza, allora, oltre che protestare per questo oltraggio alle loro funzioni istituzionali, hanno chiesto che il voto sul bilancio fosse rinviato di alcuni giorni, per avere il tempo di prendere adeguata visione del contenuto della delibera e dei suoi allegati. Ma la maggioranza, guidata, si badi, dal ragioniere comunale e non dal sindaco!, ha imposto, invece, di considerare “stralciata” la delibera senza una votazione su questo “stralcio” (semplicemente con la dichiarazione fatta fuori microfono dal ragioniere comunale!) e di mettere ai voti il bilancio. Ma, prima che ciò fosse fatto, il PD, Sinistra Riformista, Rifondazione Comunista e l’Italia dei Valori hanno abbandonato l’aula consiliare in segno di protesta.

Con questo ennesimo abuso la giunta di centro-destra ha voluto consegnare alla cittadinanza un bilancio illegittimo, poiché ne è parte integrante e fondamentale un atto che, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n. 340/2009, è stato approvato con una procedura costituzionalmente illegittima. Su questo atto, il “Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari”, è basato circa il 23% delle entrate previste per il 2010, che dovrebbero provenire da alienazioni di terreni le cui nuove destinazioni urbanistiche “automatiche” sono illegittime. Il massimo organo deliberativo del Comune non poteva subire un oltraggio peggiore: ciò che un terzo del Consiglio Comunale aveva chiesto non era altro che un rinvio di alcuni giorni per avere modo di leggere dei documenti che la giunta aveva tentato di far votare di nascosto. E nemmeno in questa circostanza, i consiglieri della maggioranza, sempre proni ai voleri del sindaco Romeo, hanno saputo trovare la dignità sufficiente per non farsi imporre almeno questa, fra le tante umiliazioni delle funzioni della rappresentanza che il loro capo impone anche a loro, oltre che alla minoranza..

Ma non si può tacere che anche il comportamento di alcuni fra i consiglieri della minoranza non è stato certo dei più cristallini. La sera del 9 aprile, infatti, il consigliere Terragni, della Sinistra Riformista, che fuori dal Consiglio sembrava manifestasse l’opposizione più decisa al tentativo truffaldino della giunta, nell’aula è rimasto in religioso silenzio, poiché non ha avuto il coraggio di dire alcunché che potesse risultare sgradito al ragioniere comunale Cogliati. (Terragni aveva già collaborato con Cogliati nella diffusione delle frottole sui presunti “mancati trasferimenti” dei contributi dello Stato, che sarebbero la causa delle difficoltà di bilancio, mentre in realtà i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno dimostrano che lo Stato trasferisce con regolarità i suoi contributi al Comune). Binacchi di Rifondazione Comunista, come fa sempre, ha seguito pedissequamente l’esempio di Terragni. Ma costoro hanno fatto ancor peggio nei giorni successivi, insieme al consigliere del PD Archetti, che della questione (per sua stessa ammissione) non aveva capito granché!

Era chiaro che l’unica azione per obbligare il centro-destra ad affrontare una discussione su un provvedimento manifestamente illegittimo, era quella della richiesta della convocazione del Consiglio Comunale firmata, a norma dello Statuto comunale, da almeno un quinto dei consiglieri (la minoranza è composta da 11 consiglieri). Ma già il 10 aprile il coordinatore del PD, Archetti, sul blog del suo partito, ha presentato la protesta dell’opposizione come se fosse guidata da lui; poi ha inviato alla stampa un comunicato con le firme di gruppi d’opposizione che ne erano all’oscuro. Alcune proteste hanno convinto il coordinatore del PD a ritirare il comunicato (che infatti non è stato pubblicato sulla stampa) [v. A difesa della nostra autonomia politica], ma non sono servite a convincerlo che per proseguire la protesta, le proposte che aveva inserito nel comunicato erano del tutto inconsistenti, mera produzione di aria fritta.

In realtà si trattava di un tentativo (poi riuscito) di impedire che fosse sottoscritta da almeno un quinto dei consiglieri la richiesta di convocazione del Consiglio Comunale. Infatti, questa proposta, che era del tutto coerente con quanto era stato chiesto (e non ottenuto) nell’aula consiliare il 9 aprile, non è stata sottoscritta da Terragni (Sinistra Riformista) e da Binacchi (Rifondazione Comunista), che dapprima si sono limitati a manifestare una certa ritrosia, ma poi, dopo alcuni giorni di tira e molla, l’hanno apertamente rifiuta, preferendo accodarsi alle proposte inconsistenti di Archetti: scrivere al Prefetto (che se pure rispondesse, chissà quando lo farebbe) e andare a parlare con il Collegio dei revisori dei conti, che ha già firmato e fornito al sindaco Romeo (dal quale è stato scelto e nominato a suon di profumate indennità) la relazione, allegata al Bilancio di previsione 2010, che ne certificherebbe la legittimità! Insabbiamento più manifesto non potrebbe esservi: da un lato la proposta di discutere in pubblico, nel massimo organo deliberativo del Comune, un’illegittimità evidente con la quale la giunta tenta di coprire una gestione del bilancio che di anno in anno diventa sempre più disastrosa; dall’altro discorsi giustificativi e/o scaricabarile fra poche persone nelle segrete stanze.

La semplice richiesta di chiarimenti su ciò che si stava per votare aveva messo in grave difficoltà (come tutti hanno percepito, e riconosciuto, compresi alcuni esponenti della maggioranza di centro-destra) sia Cogliati, sia Romeo. Il sabotaggio della convocazione del Consiglio Comunale ha ridato a costoro tranquillità (ma è probabile che non duri molto). Poiché non si tratta solo di mancanza di intelligenza politica, sorge spontanea la domanda: Terragni, Binacchi, Archetti, sono pretoriani del sindaco Romeo, o collaborazionisti, o entrambe le cose?

Limbiate, 23 aprile 2010

Michelangelo Campisi, capogruppo Italia dei Valori (idvlimbiate)
Salvatore Ricciardi, organizer Gruppo Amici di Beppe Grillo di Limbiate



[Aggiunta dell’11 luglio 2012: il comunicato che precede è stato pensato e scritto interamente da me,  Salvatore Ricciardi, e del tutto mie sono state sia l’idea dell’iniziativa politica sulla questione del piano delle alienazioni dei beni demaniali e delle cifre fittizie inserite nei bilanci comunali (preventivo e consuntivo), sia la proposta dei modi in cui svolgerla dentro e fuori del Consiglio Comunale; l’una e l’altra inizialmente erano state entusiasticamente accettate da Archetti, Campisi, Terragni & C. I contenuti dell’iniziativa e i vari momenti in cui si è svolta, con le giravolte e i voltafaccia di alcuni, nel Consiglio e fuori, si possono ricostruire leggendo i seguenti articoli:


Alla fine, restai solo a sostenere l'idea di ricorrere alla magistratura, e naturalmente non mi fu possibile farlo da solo. Questa precisazione viene fatta esclusivamente per ristabilire la verità e  ridimensionare le disinvolte  autorappresentazioni odierne degli Archetti e dei Campisi].




Nessun commento: